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Soggetto: Cardinale Fabrizio Ruffo
Data ripresa: 1799
Luogo ripresa: Basilicata, MT, Matera
Collezione/raccolta:

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SCHEDA F completa - Secondo gli standard catalografici ICCD (MiBACT)

CODICI
ID Scheda 701
TSK - Tipo di scheda F
LIR - Livello di ricerca P
NCT - CODICE UNIVOCO
NCTR - Codice Regione 17
Codice univoco locale
ESC - Ente schedatore MUV Matera
 
LC - LOCALIZZAZIONE
PVC -LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO - AMMINISTRATIVA
PVCR - Regione Basilicata
PVCP - Provincia MT
PVCC - Comune Matera
LDC - COLLOCAZIONE SPECIFICA
LDCN - Denominazione
(collezione/raccolta)
LDCU - Denom. spazio viabilistico
LDCM - Denominazione raccolta
 
OGT - OGGETTO
OGT - OGGETTO
OGTD - Definizione dell'oggetto positivo
QNTN - QUANTITA'
QNTN - Numero oggetti/elementi
 
SGT - SOGGETTO
SGT - SOGGETTO
SGLT - Titolo soggetto
SGTI - Identificazione Il Cardinale Fabrizio Ruffo guidò le orde della Santa Fede alla riconquista del regno di Napoli.
SGTD - Identificazione sul soggetto A pochi giorni dalla proclamazione della Repubblica Napoletana, il 9 febbraio 1799 Matera innalzò l’albero della libertà e abbatté la statua di Carlo III in piazza Sedile. Il Direttorio repubblicano, da Napoli, dando una nuova sistemazione territoriale all’ex Regno di Napoli dopo la fuga a Palermo del re Ferdinando IV, della regina Carolina e della corte, elevò Matera a capoluogo del dipartimento del Bradano. La nobiltà materana e il clero, ispirati dall’arcivescovo Cattaneo, cercarono di impossessarsi della Municipalità repubblicana candidandone alla presidenza il duca Giulio Malvinni. La folla materana invece, radunatasi il 10 febbraio in piazza Sedile scelse il giacobino Fabio Mazzei. La nobiltà, preoccupata che la plebe potesse pretendere la spartizione delle loro terre e delle terre demaniali, come stabilivano le direttive del governo repubblicano, cominciò a cospirare contro la nuova Municipalità. Il 6 marzo, dopo appena 24 giorni di regime repubblicano, gli armigeri della Regia Udienza, spiantarono l’albero della libertà e instaurarono il vecchio ordine monarchico eleggendo presidente il duca Malvinni. Sull’esempio di Matera alberi della libertà furono bruciati a Miglionico, Grottole, Palagiano, Mottola e in altre città. In Matera si instaurò l’anarchia con assalti alle abitazioni dei ricchi proprietari per depredarli dei loro averi. Molte turbolenze si verificarono successivamente contro i giacobini e i loro simpatizzanti, alcuni dei quali furono gettati in prigione. Ostilità i materani aprirono soprattutto nelle campagne contro le masserie degli altamurani per razziare bestiame e depredare vettovaglie e ricchezze. Il 4 maggio Matera aprì le porte al cardinale Fabrizio Ruffo che, per riportare i Borboni sul trono di Napoli, era riuscito a organizzare un’orda di briganti e galeotti alla quale diede in nome di esercito della Santa Fede. Avanzando vittoriosamente dalle Calabrie i sanfedisti si spinsero fino a Matera per dare l’assalto ad Altamura dove i giacobini avevano organizzato un caposaldo di difesa. Venuto meno il ruolo di Matera nella strategia militare repubblicana, si era di fatto indebolito lo schieramento giacobino. L’8 maggio Ruffo iniziò l’assedio della città pugliese dove la strenua difesa degli altamurani bloccò per tre giorni le sue orde sanfediste, e solo quando i patrioti repubblicani restarono privi di munizioni evacuarono la città. Il 10 maggio Ruffo poté entrare in Altamura ormai priva di difesa. In questo assedio i materani ebbero un ruolo vergognoso, quello di attendere la capitolazione di Altamura per poi entrare nella città espugnata come saccomanni, con l’obiettivo di fare razzia. Infatti a saccheggio consumato si portarono via oltre cento carri carichi di bottino che andarono a vendere sulle piazze di mezza Italia. Spietata fu la punizione inflitta da Ruffo contro Altamura che fu messa a ferro e fuoco per tre giorni provocando una vera e propria strage contro la popolazione civile. Furono trucidati a sangue freddo anche alcuni sacerdoti, suore, e gente inerme. Particolarmente efferata fu la strage eseguita dai briganti al seguito di Ruffo in un monastero di Altamura dove furono stuprate e uccise numerose monache. Lo stesso cardinale Ruffo, secondo gli storici coevi, uccise di propria mano il giovane materano Giovanni Firrao, accusato di essere giacobino. Da allora iniziò la decadenza economica e culturale di Altamura che per secoli era stata una delle città più evolute e più ricche non solo dell’aria murgiana ma dell’intero Regno di Napoli, primeggiando per l’alto livello della sua cultura e meritandosi il titolo di Atene delle Puglie. Cento anni dopo, commemorando l’eroica resistenza di Altamura, che per questo era stata chiamata Leonessa di Puglia, Giovanni Bovio ne lasciò lapidaria testimonianza pronunciando la fatidica frase “lotta acerba" avvenne tra Matera ed Altamura. Ma Altamura combatteva per la libertà e lasciò all’altra il rimorso e l’onta”.
 
DESCRIZIONE
MIS - Misure
MISU - Unità
MISA - Altezza
MISL - Larghezza
MISD - Diametro
MISS - Spessore
 
LR - LUOGO E DATA DELLA RIPRESA
LRC - LOCALIZZAZIONE
LRCR - Regione Basilicata
LRCP - Provincia MT
LRCC - Comune Matera
Indirizzo civico
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DT - CRONOLOGIA
DTZ - CRONOLOGIA GENERICA
DTZG - Secolo 1799
CRONOLOGIA SPECIFICA
DTSI - Da
DTSF - A
MOTIVAZIONE CRONOLOGIA
Motivazione
Specifiche
 
DEFINIZIONE CULTURALE
AUF - AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
AUFN - Autore personale Anonimo
Motivo attribuzione
Sigla per citazione
 
DATI TECNICI
Indicazione di colore BN
MTC - MATERIA E TECNICA
MTC - Materia e tecnica Basilicata
 
CONSERVAZIONE
STC - STATO DI CONSERVAZIONE
STCC - Stato di conservazione buono
 
CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione generica
Proprietario
Indirizzo
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
GESTIONE IMMAGINI
Tipo hard disk
Identificazione di volume
Posizione
 
Tags
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