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Soggetto: Funerali di Mons. Vincenzo Cavalla.
Data ripresa: 14 febbraio 1954
Luogo ripresa: Basilicata, MT, Matera
Collezione/raccolta:

Proprietario: Eustacchio Paolicelli

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SCHEDA F completa - Secondo gli standard catalografici ICCD (MiBACT)

CODICI
ID Scheda 19
TSK - Tipo di scheda F
LIR - Livello di ricerca I
NCT - CODICE UNIVOCO
NCTR - Codice Regione 17
Codice univoco locale
ESC - Ente schedatore MUV Matera
 
LC - LOCALIZZAZIONE
PVC -LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO - AMMINISTRATIVA
PVCR - Regione Basilicata
PVCP - Provincia MT
PVCC - Comune Matera
LDC - COLLOCAZIONE SPECIFICA
LDCN - Denominazione
(collezione/raccolta)
LDCU - Denom. spazio viabilistico
LDCM - Denominazione raccolta
 
OGT - OGGETTO
OGT - OGGETTO
OGTD - Definizione dell'oggetto positivo
QNTN - QUANTITA'
QNTN - Numero oggetti/elementi
 
SGT - SOGGETTO
SGT - SOGGETTO
SGLT - Titolo soggetto
SGTI - Identificazione Nella foto sono presenti Mons. Marcello Morelli, autore di una Storia della Città di Matera e Don Pietro Tataranni, parroco della Cattedrale.
SGTD - Identificazione sul soggetto Mons. Vincenzo Cavalla fu l'ultimo arcivescovo delle diocesi riunite dal XIII sec. di Acerenza e Matera. E' sepolto nella chiesa cattedrale, cappella del Presepe a fianco a Mons. Pianse anche il cielo quel giorno di febbraio mentre Matera dava l’estremo saluto alla salma del monsignore che era stato arcivescovo di Matera per sette anni, amato in vita, pianto in morte. Una pioggia battente si rovesciò sulla grande folla che accompagnava il presule Vincenzo Cavalla all’estrema dimora. Era solo alla girata di mezzogiorno, quasi l’una, quel 14 febbraio del 1954. Aveva appena spezzato l’ultimo pane del vivere quotidiano dopo affaticate giornate in mezzo alle sante cose della sua attività di Vescovo. Il monsignore reclinò il capo senza emettere un gemito, negli occhi spuntarono due grosse lacrime. Era la fine, aveva appena 52 anni. Era arrivato nella Diocesi di Matera l’8 dicembre del 1946, preceduto da un’intensa vita sacerdotale nella stessa terra che aveva visto l’opera santa di Giovanni Bosco. Quello che il papa mandava in Lucania a reggere Acerenza e Matera era un piemontese, di Villa Franca d’Asti, il primo vescovo che arrivava dal nord nella capitale contadina. Dopo gli anni del seminario ad Asti Vincenzo Cavalla era andato a laurearsi in Lettere e Filosofia a Torino e in teologia a Roma dove ottenne anche la licenza in Sacra Scrittura. In quel periodo collaborò alla pubblicazione della Enciclopedia Treccani e della Enciclopedia ecclesiastica del Vaticano. A tanto si era educato in una famiglia timorata di Dio, fucina di sacerdoti e di missionari nati da Francesco Cavalla e da Agnese Mezzadonna, gente all’antica, semplice e sobria. Tutti sacerdoti i quattro figli e Vincenzo destinato a brillare più di tutti. Vincenzo Cavalla arrivava a fare il Vescovo in una regione tanto diversa dalla sua, per mentalità, per condizioni economiche, per organizzazione ecclesiastica e per tradizione religiosa. E ci arriva in un momento difficile per l’Italia chiamata a ricostruire quanto la guerra aveva distrutto e a ricomporre i guasti morali da questa provocati. Erano anni difficili a causa delle divisioni politiche. A Matera poi la frattura era più profonda. C’erano masse di braccianti e reduci e di povera gente affamata che scendevano sul terreno della battaglia per il pane e il lavoro. Di fronte c’era la ostinata resistenza dei ceti ricchi che si rifiutavano di aprire i cordoni della borsa. E c’erano anche le chiese protestanti a creare difficoltà a Vincenzo Cavalla. Il nuovo monsignore iniziava la sua opera di Pastore in condizioni di estrema difficoltà in una città che allora si presentava divisa: le sinistre avevano un grande peso, le destre non mostravano di demordere nonostante la sconfitta del fascismo, i cattolici cominciavano a organizzarsi nel partito della Democrazia Cristiana. La stessa Chiesa di papa Pacelli inaspriva la situazione con la scomunica contro i comunisti e i socialisti ai quali veniva fatto divieto di comunicarsi, di battezzare, di sposarsi in chiesa. Cavalla tirò dritto, guardò alla sua diocesi, organizzò il clero, rafforzò le parrocchie, diede impulso al sentimento religioso, promosse una grande campagna di recupero morale. Ebbe due grandi amori: la Madonna e l’Eucarestia, verso cui apportò un grande fervore di iniziative e di attività.
 
DESCRIZIONE
MIS - Misure
MISU - Unità
MISA - Altezza
MISL - Larghezza
MISD - Diametro
MISS - Spessore
 
LR - LUOGO E DATA DELLA RIPRESA
LRC - LOCALIZZAZIONE
LRCR - Regione Basilicata
LRCP - Provincia MT
LRCC - Comune Matera
Indirizzo civico
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DT - CRONOLOGIA
DTZ - CRONOLOGIA GENERICA
DTZG - Secolo 14 febbraio 1954
CRONOLOGIA SPECIFICA
DTSI - Da
DTSF - A
MOTIVAZIONE CRONOLOGIA
Motivazione Data comunicata dall'utente che ha messo a disposizione la foto.
Specifiche
 
DEFINIZIONE CULTURALE
AUF - AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
AUFN - Autore personale Anonimo
Motivo attribuzione
Sigla per citazione
 
DATI TECNICI
Indicazione di colore BN
MTC - MATERIA E TECNICA
MTC - Materia e tecnica Basilicata
 
CONSERVAZIONE
STC - STATO DI CONSERVAZIONE
STCC - Stato di conservazione
 
CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione generica
Proprietario Eustacchio Paolicelli
Indirizzo
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
GESTIONE IMMAGINI
Tipo hard disk
Identificazione di volume
Posizione
 
Tags
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