MUV Matera a tutela del complesso rupestre Cristo la Gravinella |
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COMUNICATO STAMPA
MUV Matera presenta Cristo la Gravinella: tra passato e presente con i rischi della lottizzazione Quadrifoglio.
Il "Museo virtuale della Memoria collettiva di Matera" vuole portare a conoscenza della Città di Matera questo angolo nascosto della Murgia Materana, affascinante testimonianza del Culto rupestre e importante area ZPS/SIC, inserita nell’areale del Parco della Murgia, che sta per subire delle profonde modificazioni.
Il complesso rupestre di Cristo la Gravinella, ubicato all’interno dell’omonima lama, è facilmente raggiungibile da Via San Pardo e insiste nell’area Parco tra le cave di contrada La Vaglia e la statale SS.7, a Nord di Matera.
Un tempo proprietà privata della famiglia Capuano, la Chiesa rupestre, che risale al 1722 (in realtà, probabilmente, come ricostruzione di una Chiesa pre-esistente data 1600), è stata successivamente donata alla confraternita di Gesù Flagellato che l’ha restaurata nel 1985 ripristinandone il culto.
Percorrendo la gravinella in direzione della cava del Sole si rinvengono altri manufatti, tra cui un ossario, un tempo collegato alla Chiesa e successivamente adibito a piccionaia, deturpato nella sua bellezza dalla costruzione sulla sua sommità di un fabbricato mai portato a termine.
La gravinella, come accennato, è inserita nella lista dei siti appartenenti alla Rete Natura 2000, che è una rete di siti e habitat naturali d’interesse comunitario in virtù di eccezionali esemplari di fauna e flora rinvenibili nell’areale; un esempio, fra tutti, è la presenza di una colonia importante di quercia spinosa, un balcanismo che testimonia una presunta saldatura della costa adriatica italiana con quella balcanica.
Un’altra e altrettanto importante peculiarità riguarda la lama, e in generale il complesso rupestre, ed è quella maggiormente minacciata: le aie, manufatti che più di tutti testimoniano la cultura e la tradizione contadina materana.
Testimoni del fervore lavorativo di uomini e bestie, le aie (o are), alcune private altre probabilmente pubbliche, erano il luogo in cui, nel periodo della trebbiatura, si assisteva alla commistione di riti e usanze, credenze e culti, fatiche sovraumane ma anche occasioni per i festeggiamenti; è molto probabile che nel periodo della trebbiatura, infatti, quando le aie non erano antistanti alla masseria, come nel nostro caso, si pernottasse nelle vicinanze a guardia del grano e che, quindi, ciò fosse occasione per infornare il pane e trascorrere le poche ore di buio per stare insieme.
In epoca più recente e fino a non pochi anni fain occasione della Pasqua vi era l’usanza materana di fare un pellegrinaggio alla "Chies d' Crust a la Jriavnèdd", dove allo spirito ed all’atmosfera religiosa della ricorrenza si univa il momento della socialità e della condivisione rinsaldate attraverso la tradizione.
Oggi succede che molte di quelle aie non esistono più, alcune cancellate dal tempo, altre cancellate dall’uomo. Sull’area, infatti, grava una lottizzazione, (‘Quadrifoglio’), che interessa l’area sovrastante la Chiesa e, purtroppo, anche una porzione di area Parco a ridosso della cava del Sole.
I lavori di costruzione, già avviati, hanno, di fatto, cancellato due aie tra la lama e la cava; le uniche rimaste sono quelle in un terreno privato, a quanto pare però interessato dalla lottizzazione.
Il punto, ovviamente, non sono solo le aie o solo il fatto che il Comune e il Parco abbiano approvato la costruzione di 30 palazzine in un’area d’interesse comunitario; quello su cui si vuol mettere l’accento è la scomparsa definitiva di un pezzo di storia della città e delle tradizioni materane.
Non sembra conciliabile, infatti, un progetto di urbanizzazione a ridosso di una gravinella inserita in un contesto rupestre con diversi manufatti e con una forte connotazione ecologica con la continuità dei percorsi di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, naturale e architettonico che ci vede protagonisti per la corsa come capitale della cultura, Matera 2019; non si capisce come sia conciliabile una presenza urbana importante in un luogo che dovrebbe poter essere reso fruibile, invece che nascosto.
Rammentando che l'area Parco e le sue zone limitrofe sono state più volte oggetto di attenzioni non proprio volte alla tutela e conservazione dei luoghi e della natura, auspichiamo che coloro i quali hanno nelle proprie mani il potere e la possibilità di far si che questa lottizzazione non assuma la forma di una vera e propria speculazione edilizia decidano per il miglior equilibrio possibile.
Il concetto di equilibrio è già espressione di una soluzione mediata, che reca in se lo sforzo e la modalità consapevole di attenuare, per quanto possibile, un evento antropico in un contesto naturale e storico-rurale-archeologico, come quello rappresentato dall'area della gravinella.
Il nostro auspicio è rappresentato da due ipotesi: l’accantonamento del progetto di lottizzazione, com’è già accaduto per altre aree, con l’inserimento di un vincolo diretto di tutela dell’area in accordo con la Soprintendenza; oppure, in un'azione consapevole di ridimensionamento e lungimiranza urbanistica, rinunciare a parte del costruito in favore di un parco didattico-scientifico che comprenda la Chiesa, ma anche le aie, magari con rievocazioni di un passato contadino, che poi così passato non è, in un contesto non più fatto di solo cemento.
Riteniamo che intelligenza politica e buon senso possano dedicarsi al consolidamento della prima ipotesi, ma siamo altrettanto certi che a Matera esistano le competenze necessarie per far sì che si possa concretizzare anche la seconda ipotesi, determinando l’avvio di quelle buone pratiche che fanno sì che Matera possa essere considerata davvero la Capitale della cultura.
Rocco Lista
Domenico Bennardi
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data: 02/10/2012
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